Rupert Everett non è nuovo a provocazioni, soprattutto sul tema dei diritti gay. Sua la tesi che i gay non dovrebbero poter adottare i figli. Adesso, se la prende con il Gay Pride e fa un discorso che almeno, in parte, è condivisibile. Intervistato dalla rivista australiana Sxnews, sostiene che c’è una differenza abissale tra i Gay Pride all’inizio degli anni Ottanta e quelli di oggi. “Allora la comunità gay era davvero in crisi - dice l’attore - e con le spalle al muro. Eventi del genere erano carichi di significati ed erano soprattutto un’occasione per non essere sopraffatti e continuare a sopravvivere“. Una realtà che, però, è cambiata drasticamente: “Oggi, anche grazie a tutte le lotte fatte nel passato, c’è una generazione di drogati senza cervello, animali da feste che girano il mondo per drogarsi e scoparsi“. Poi puntualizza: “Non sto dicendo che questo sia un bene o un male. Dico solo che non c’è più niente di politico“. Insomma, i gay, più che pensare alla politica, sono più concentrati sul sesso e sulle droghe.
Me lo chiedo anche io se i Gay Pride servano ancora.