Defecazioni d'amore

TrumanShow
00venerdì 21 aprile 2006 10:21
Vapori d'ammoniaca nel parco,
era tutto maledettamente acre quella sera di merda, tutto stridulo, come se centinaia di violini si fossero trasformati in unghie tartassatrici di lavagne.
Eppure la sera prima avevamo scopato, scopato con tutti i crismi del caso; c'erano stati pure i vari "ti amo" e "amore" rassicuratori, e il suo corpo era caldo come sempre, la sua fica unta e bisunta come anni addietro, i suoi pompini avidi e sapienti come da copione.

Non è come cagare, la fine di una storia: quando sei nel cesso e spingi, e finalmente lo stronzo esce e fa plop nell'acqua, ti alzi leggero e felice, dai uno sguardo alla tua opera e la saluti definitivamente tirando la cordicella magica dello scarico...addio stronzo, io t'ho creato, io ti distruggo.
L'amore è un cancro incurabile che ti corrode , un fratello approfittatore che si piazza in casa tua rifiutandosi di andarsene a tempo debito, e tu prima lo nutri volentieri, ma poi è lui a cibarsi di te, del tuo futuro.

Quella sera non sono riuscito a cagare, infatti.
La stronza s'è aggrappata al cesso e mi è rientrata nel culo con un balzo da canguro, è risalita rapida per le viscere, poi fino allo stomaco e al cuore per proseguire tagliente e contaminata per le mie arterie contratte dai spasmi, raggiungendo presto il cervello, ammorbandolo. Io cerco di fotterla annegandola nell'alcool, ma costa troppo e si dice in giro che a fine effetto la merda si ramifichi ancora più velocemente e che incrosti anche gli occhi, impedendo i vedere i più rassicuranti escrementi della realtà.
Ah, ero rimasto al parco, si, avete ragione...niente di chè comunque, compagni miei di sbronze:
l'ho lasciata in modo classico, alla "Io lascio te, tu non cercare più me, sei una stronzavaffanculomihaidelusognègnègnè".
Ma quel cazzo di parco era maledettamente strano, metallico come le nostre parole, selvaggio come una foresta abitata da barboni antropofagi, scuro, scuro, scuro e malvagio come i miei occhi strapazzati dalla frustrazione.
L'ho vista scendere dalla macchina e scomparire nella selva cittadina non più addomesticata, inghiottita dai riflessi psichedelici dei lampioni ricurvi, fagocitata dal portone avido del suo palazzo che più non l'ha rigurgitata pe me; io bestia gocciolante di bava, lei massa informe: gomitolo di sogni infranti e di passato da riscrivere.
L'odore della mia pelle era vomito gassoso, così come la terra che trasudava astio e bestemmie. Pensavo di essere riuscito a farla tutta, di aver tirato lo sciacquone.
La vita è una merda anche per questo, perchè non riesci a cagare via le scorie che poi si accumulano fino ad intasarti.
Del ragazzino sognatore, incantato pure dal riflesso del sole sulle foglie bicolori degli ulivi non è rimasto un emerito cazzo:
ora tutto è rabbia, voglia di scopare e di scomparire dietro un bicchiere.

A volte, dopo il tentativo di evacuazione mi assaliva la malinconia -ancora ero un bambinetto e dovevo guarire dalla stupidità dei sentimenti- e,da sbronzo perso la notte tornavo a farmi fare ombra dalle stelle da quei brutti e rinsecchiti alberelli asfissiati dal fumo dei camion.
Anche lei era malinconica, o più semplicemente il suo cane doveva pisciare (questo non l'ho mai saputo), fattostà che la incontrai mentre portava al pascolo il suo ratto ringhiante in una di quelle sere in cui bacco ed io ce la spassavamo.
Quando l'ho uccisa non ha fiatato: si è beccata la sua bella sassata sulla tempia con molta dignità, devo dire.
Ricordo i suoi occhi acquosi, quasi languidi fissarmi quasi come quando stavamo scopando, fatta eccezione per la gelatina grigiastra che le colava li vicino assieme al sangue. Mi dispiace solo di non averle parlato, di non aver proferito parola:
Mi sono semplicemente avvicinato mentre lei mi osservava quasi compiaciuta e leggermente sorridente sotto al bianchiccio economico del neon del lampione, ho raccolto un pietrone e l'ho scagliato con forza verso di lei.
Gli ci è voluto qualche minuto per smettere di respirare, io ho guardata incuriosito quel bambolotto rosso e gorgogliante cercando di immedesimarmi in quello che poteva provare...mah, forse semplicemente un po di mal di testa.
Mi è dispiaciuto massacrare il suo cane-pulce a calcioni, ma faceva troppo casino, e poi io sono allergico.
Ho finito la mia birra li vicino, poi sono salito in macchina e ho guidato piano fino a casa, visto che ero ubriaco e alla pellaccia ci tengo.
Voglio un altro rum, grazie, senza la lingua lubrificata parlare ultimamente mi riesce difficile, anche perchè oramai sono disabituato a farlo.
No, non mi ha cercato nessuno, nessuno mi ha interrogato dopo il suo rtrovamento, quasi come se non fossi mai esistito, quasi fossi morto anch'io risucchiato da quel parco tritaesistenze.
Un ultimo brindisi e vado, almeno stasera voglio riuscire a cagare un po’.


Atavicus
PEZ!
00venerdì 21 aprile 2006 11:16
avete mai visto
SALo' o le 120 giornate di sodoma?
il film di pasolini?
Pierce
00venerdì 21 aprile 2006 11:31
Truman, veramente commovente! Ho appena finito di piangere. 210206_3
TrumanShow
00venerdì 21 aprile 2006 12:50
e pensare che questo fa pure il giornalista....

fossero tutti cosi'...
annasola2
00venerdì 21 aprile 2006 15:12
mi piace molto
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:06.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com