Iran, lo sterminio gay continua (in segreto).
Makvan Moloudzadeh non ce l’ha fatta. Dopo uno squallido tira e molla intorno alla sua vita, l’Iran ha deciso che non doveva più vivere. Poco fa, il ragazzo - secondo quanto riferisce un’associazione internazionale per i diritti dei gay - sarebbe stato impiccato nel carcere in cui era detenuto, alle 5 di mattina, ora iraniana. La famiglia e l’avvocato sono stati informati dell’esecuzione solo una volta che questa è stata portata a termine.
Intorno alla sua vicenda si erano mobilitati molti Paesi, dopo che il ministro della giustizia iraniano aveva deciso di sospendere la pena. Petizioni, appelli, richieste al governo iraniano, che però è rimasto sordo. Stamattina il verdetto finale. Makvan era accusato del reato di sodomia, commesso quando aveva 13 anni. Tuttavia, in sede processuale, tutti i testimoni avevano ritirato le loro accuse, sostenendo che al momento della denuncia erano ubriachi, e che avevano ricevuto forti pressioni.
E il mondo resta a guardare.