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Omofobia e mobbing contro i gay

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2011 04:18
18/07/2010 01:22
 
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Lucca, bacio gay in spiaggia
Bagnino minaccia la multa




È polemica in Versilia per quanto accaduto alla spiaggia libera della Lecciona di Torre del Lago (Lucca). Un guardiaspiaggia ha rimproverato due gay milanesi trentenni che si stavano baciando sulle dune. «Ma che fate, qui ci sono le famiglie...», avrebbe detto il bagnino, minacciando i due di «una multa».

I due gay hanno raccontato la vicenda, che ha fatto subito il giro della Versilia, ed è stata riportata oggi da un quotidiano locale.
Torre del Lago, tra l'altro, è una delle capitali italiane del turismo "gay friendly".

La vicenda è accaduta giovedì scorso. Alessio De Giorgi, direttore del portale Gay.it, ha intenzione di chiedere che il Comune di Viareggio revochi l'incarico alla società che gestisce il servizio sulla spiaggia e starebbe pensando ad un "kiss-in" di protesta sulla stessa spiaggia: «Stiamo valutando l'idea di organizzare un 'kiss in' alla Lecciona», afferma Di Giorgi. La vicenda viene confermata anche da Pierluigi Teani, titolare della "Blu service" la società che gestisce il servizio: «Il bagnino mi ha spiegato di essere intervenuto perchè c'erano i bambini, le famiglie - spiega Teani -. Ho già chiesto scusa ai due giovani perchè è chiaro che chi è intervenuto aveva il dovere di farlo con garbo. Posso garantire che non accadrà più».
17 luglio 2010

l'U


18/07/2010 08:16
 
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e meno male che torre del lago recentemente è stata inserita nella top 5 delle mete più ambite dai gay!



18/07/2010 09:08
 
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Re:
GayAbruzzo, 18/07/2010 8.16:

e meno male che torre del lago recentemente è stata inserita nella top 5 delle mete più ambite dai gay!

Viareggio ha il siindaco di dx... [SM=x432737]


08/09/2010 01:23
 
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Roma, «omofobia in condominio»
Il prof è gay, «Niente casa»




«Sei gay? Niente casa! questo è ciò che si è sentito dire Massimo Frana, docente presso un istituto superiore di Roma». Lo afferma Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma.

Frana avrebbe richiesto l'affitto di una stanza in un appartamento in zona Lucio Sestio a Roma, ma la proprietaria dell'immobile gli avrebbe negato la locazione quando il docente ha detto di essere gay.

L'Arcigay Roma ha organizzato per venerdì 10 settembre, a partire dalle 12, un volantinaggio nei pressi della fermata della metropolitana Lucio Sestio. Verranno distribuiti volantini con scritto: «Omofobia in condominio? No grazie!».
07 settembre 2010

l'U


11/10/2010 01:14
 
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Belgrado, corteo anti Gay Pride
Scontri, arresti e feriti




Una trentina di persone, compresi 13 poliziotti, sono rimaste ferite in mattinata a Belgrado in scontri tra polizia e gruppi di estremisti di destra ultranazionalisti che hanno cercato a più riprese di forzare i cordoni di agenti per impedire lo svolgimento del Gay Pride. I fermati sono già alcune decine. I teppisti, al grido di «morte ai froci», «la caccia è cominciata», hanno affrontato il massiccio schieramento di agenti in assetto antisommossa lanciando sassi e altri oggetti pesanti. La polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni e manganelli per respingere i violenti. Gli scontri hanno avuto luogo in varie zone, a Terazje, Slavja, intorno alla Cattedrale di San Sava.

Belgrado, sin dalle prime ore di stamane, ha un aspetto spettrale, le strade dell'intera zona centrale sono deserte, presidiate da cordoni impressionanti di polizia, appoggiate da reparti a cavallo e da elicotteri. Gruppi di preti ortodossi e credenti con icone e stendardi religiosi affrontano i cordoni di agenti cantando preghiere «per salvare la Serbia». «Siamo qui per dire a tutti che quelli sono malati e che solo Dio li può salvare», ha detto un prete con riferimento agli omosessuali, radunati nel Parco del Maneggio per il loro raduno.

Si calcola che per il Gay Pride - che lo scorso anno era stato annullato per le minacce di gruppi violenti - sono stati mibilitati più di 5.000 poliziotti a fronte di un migliaio circa di manifestanti omosessuali.

Estremisti in manette
Due estremisti omofobi sono riusciti a penetrare nella sede del parlamento, e sono stati arrestati dalla polizia. Un gruppo di violenti si è arrampicato sulle impalcature che avvolgono l'edificio del Parlamento in restauro, e due di loro sono riusciti a penetrare all'interno. Gli agenti in assetto antisommossa, che presidiano in forze l'intero centro della capitale, sono prontamente intervenuti, arrestano in tutto otto facinorosi. Gli hooligan, che in mattinata avevano provocato un principio di incendio alla sede del Partito democratico del presidente Borids Tadic, hanno attaccato anche la sede del Partito socialista serbo (Sps), presieduto dal ministro dell'interno Ivica Dacic. Con un fitto lancio di sassi hanno infranto finestre e danneggiato i muri dell'edificio.
10 ottobre 2010

l'U


11/10/2010 11:40
 
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che schifo...
03/11/2010 00:53
 
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I gay in piazza: «B. vergognati»

«2 novembre 1975 veniva ucciso Pier Paolo Pasolini, omosessuale. 2 novembre 2010 parla Berlusconi. Vergognati». L'associazione Certi Diritti risponde così alle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e protesta, con un rumoroso sit-in, in via del Corso, sotto palazzo Chigi.

«Dimissioni, dimissioni», urlano le circa duecento persone che in poche ore si sono mobilitate per dimostrare il proprio sdegno. E ancora: «Nessun rispetto per chi non ci rispetta». All'iniziativa hanno preso parte l'associazione Arcigay, i Radicali, i Verdi, Italia dei valori, il Partito democratico, Sinistra e libertà e il circolo omosessuale Mario Mieli.

«Meglio gay che Berlusconi», «Meglio gay che pedofilo», si legge su alcuni striscioni, che fanno riferimento al caso Ruby. E in altri c'è scritto: «Non sono gay, ma mi sento offeso», «Peccare non significa fare male: non fare il bene, questo è peccare». «Meglio ricchioni che Berlusconi».

Alla protesta si sono uniti anche alcuni manifestanti che hanno occupato via del Corso sdraiandosi in mezzo alla strada e bloccando il traffico per alcuni minuti. «Nessun rispetto per chi non ci rispetta», hanno scritto con inchiostro rosso su uno striscione questi manifestanti. I promotori della manifestazione hanno fatto sapere che «questo non è il nostro modo di manifestare, non sappiamo chi siano queste persone».

«Ci fa vergognare di essere italiani. Lui odia i gay almeno quanto odia le donne, è la sua ossessione. La verità è che io quelle dichiarazioni me le aspettavo e penso che il disprezzo che ha nei nostri confronti sia solo una delle ragioni per cui se ne deve andare a casa». Lo ha detto la deputata del Pd Anna Paola Concia alla manifestazione.

In piazza anche il dirigente del Pd Ivan Scalfarotto: «Con parole tristi e sporche ha offeso tutte le donne, considerate lavoratrici di postribolo e almeno 5 milioni di gay italiani, che amano, lavorano e pagano le tasse. Questo paese è allo stremo e noi parliamo di Bunga bunga».

PROTESTE IN TUTTA ITALIA CON ARCIGAY

Sit-in, conferenze, flash mob, incontri pubblici e kiss in (baciarsi pubblicamente per alcuni minuti in un luogo convenuto): Arcigay da qui a lunedì manifesterà e organizza proteste con i suoi 50 comitati provinciali sparsi su tutto il territorio. Da Roma a Torino, poi Napoli, Bergamo, Firenze, Agrigento, fino a Milano lunedì 8 novembre per la Conferenza nazionale della Famiglia che sarà aperta proprio da Berlusconi.

”Meglio gay che Berlusconi” riporta uno striscione che lo storico circolo Arcigay Il Cassero di Bologna espone stasera contro le frasi del premier. E da domani, sempre al Cassero, distribuirà t-shirt realizzate al momento, con una caricatura del premier senza veli che ognuno potrà personalizzare con scritte all'insegna del 'meglio gay che...'.
02 novembre 2010

l'U


15/11/2010 06:41
 
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Re:
g, 03/11/2010 0.53:

I gay in piazza: «B. vergognati»

«2 novembre 1975 veniva ucciso Pier Paolo Pasolini, omosessuale. 2 novembre 2010 parla Berlusconi. Vergognati». L'associazione Certi Diritti risponde così alle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e protesta, con un rumoroso sit-in, in via del Corso, sotto palazzo Chigi.

«Dimissioni, dimissioni», urlano le circa duecento persone che in poche ore si sono mobilitate per dimostrare il proprio sdegno. E ancora: «Nessun rispetto per chi non ci rispetta». All'iniziativa hanno preso parte l'associazione Arcigay, i Radicali, i Verdi, Italia dei valori, il Partito democratico, Sinistra e libertà e il circolo omosessuale Mario Mieli.

«Meglio gay che Berlusconi», «Meglio gay che pedofilo», si legge su alcuni striscioni, che fanno riferimento al caso Ruby. E in altri c'è scritto: «Non sono gay, ma mi sento offeso», «Peccare non significa fare male: non fare il bene, questo è peccare». «Meglio ricchioni che Berlusconi».

Alla protesta si sono uniti anche alcuni manifestanti che hanno occupato via del Corso sdraiandosi in mezzo alla strada e bloccando il traffico per alcuni minuti. «Nessun rispetto per chi non ci rispetta», hanno scritto con inchiostro rosso su uno striscione questi manifestanti. I promotori della manifestazione hanno fatto sapere che «questo non è il nostro modo di manifestare, non sappiamo chi siano queste persone».

«Ci fa vergognare di essere italiani. Lui odia i gay almeno quanto odia le donne, è la sua ossessione. La verità è che io quelle dichiarazioni me le aspettavo e penso che il disprezzo che ha nei nostri confronti sia solo una delle ragioni per cui se ne deve andare a casa». Lo ha detto la deputata del Pd Anna Paola Concia alla manifestazione.

In piazza anche il dirigente del Pd Ivan Scalfarotto: «Con parole tristi e sporche ha offeso tutte le donne, considerate lavoratrici di postribolo e almeno 5 milioni di gay italiani, che amano, lavorano e pagano le tasse. Questo paese è allo stremo e noi parliamo di Bunga bunga».

PROTESTE IN TUTTA ITALIA CON ARCIGAY

Sit-in, conferenze, flash mob, incontri pubblici e kiss in (baciarsi pubblicamente per alcuni minuti in un luogo convenuto): Arcigay da qui a lunedì manifesterà e organizza proteste con i suoi 50 comitati provinciali sparsi su tutto il territorio. Da Roma a Torino, poi Napoli, Bergamo, Firenze, Agrigento, fino a Milano lunedì 8 novembre per la Conferenza nazionale della Famiglia che sarà aperta proprio da Berlusconi.

”Meglio gay che Berlusconi” riporta uno striscione che lo storico circolo Arcigay Il Cassero di Bologna espone stasera contro le frasi del premier. E da domani, sempre al Cassero, distribuirà t-shirt realizzate al momento, con una caricatura del premier senza veli che ognuno potrà personalizzare con scritte all'insegna del 'meglio gay che...'.
02 novembre 2010

l'U






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28/12/2010 01:27
 
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la barbarie
del test fallometrico

di Delia Vaccarello
E' successo a un cittadino iraniano. Entrato nella Repubblica Ceca ha chiesto asilo in quanto perseguitato perché gay. Gli hanno proposto di sottoporsi al test fallometrico. Che cos'è? Vengono mostrate alcune immagini hard etero mentre un macchinario misura l'irrorazione del sangue nel pene. Se avviene una erezione vorrebbe dire che il soggetto non è gay, In caso di mancata erezione invece la documentazione presentata a riprova della omosessualità e dunque della persecuzione viene accolta. Il cittadino iraniano però non si è detto d'accordo a sottoporsi a una prova degradante e irrispettosa. Si è rivolto a uno stato tedesco. Qui il giudice della corte amministrativa ha accolto la sua richiesta di asilo e ha richiamato l'attenzione della Fra, l'Agenzia dei diritti fondamentali europea, sul contrasto tra il test fallometrico e alcuni articoli della convenzione europea dei diritti umani. La stessa agenzia nel suo sito dichiara il test inefficace: inutile con le persone bisessuali. Non cita il caso delle donne lesbiche perseguitate che sfuggirebbero all'orrendo test . Di fatto la prova fallometrica contrasta con la convezione europea perché sottopone un soggetto a trattamento degradante e invade le sue parti intime. Si tratta di barbarie. Pagine tristi che ancora convivono con gli altri principi formulati in sede Ue. Sapevate dell'esistenza di questi test? C'è qualcuno che pensa davvero che possa essere un test verità sul proprio orientamento sessuale?
11 dicembre 2010

l'U


10/01/2011 17:06
 
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Omicidio a luci rosse a Manhattan
Giornalista gay evirato in un hotel




Carlos Castro


Omicidio a luci rosse a Manhattan. Carlos Castro, noto giornalista televisivo portoghese e attivista gay, è stato ucciso ed evirato in un hotel di lusso a pochi passi da Times Square, nel cuore di New York.

Il corpo di Castro, 65 anni, è stato trovato ieri in una stanza al 34/o piano dell'Hotel Intercontinental: il giornalista era stato castrato e giaceva nudo in un lago di sangue, devastato da ferite e percosse. A scoprire il suo corpo sono stati alcuni agenti della sicurezza dell'albergo, allertati da un'amica di Castro, Monica Pires, che non riusciva a contattare il giornalista.

Alla base del brutale assassinio potrebbero esserci motivi passionali. Secondo la stampa newyorchese, i sospetti della polizia locali sono infatti quasi immediatamente caduti su Renato Seabra, modello portoghese e protagonista di un recente reality show sulla tv lusitana, che da circa dieci giorni alloggiava con Castro nella stessa stanza d'albergo.

La relazione tra i due, precisano però le fonti, non è ancora chiara. Seabra, poche ore dopo la scoperta dell'omicidio, è stato rintracciato e fermato al Roosvelt Hospital dove si era recato per farsi medicare alcuni tagli sul viso e sulle mani. Per ora il modello, che è nato in Portogallo 26 anni fa e ama descriversi come un ragazzo religioso e timido, non è stato ancora formalmente accusato ed è sotto custodia delle autorità all'ospedale di Bellevue, dove è stato sottoposto ad una prima valutazione pschiatrica.

Seabra era stato notato proprio dalla Pires nella hall dell'albergo dove si era recata per vedere il suo amico. Ma Castro non aveva risposto nè al telefono della stanza, nè al cellulare. Così, alcuni agenti della sicurezza sono saliti ella sua stanza, al 34/o piano, rinvenendo il corpo mutilato del giornalista.

Qualche ora prima, alcuni ospiti dell'albergo avevano sentito i due litigare per diversi minuti. «Gridavano così tanto che io e mio marito li potevamo sentire dalla nostra stanza con la porta chiusa», ha ammesso Suzanne Divilly, che alloggiava in un'altra stanza dell'hotel a pochi metri dal luogo del delitto. Ma l'ospite non ha potuto rivelare di più: «Abbiamo fatto solo supposizioni, non era affar nostro», ha tagliato corto.
9 gennaio 2011

l'U

[SM=x143661]

28/01/2011 23:59
 
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Uganda, ucciso attivista gay
Era nella lista "impiccateli"




David Kato

Un attivista omosessuale è stato ucciso nella sua abitazione, nei pressi di Kampala. Il nome, la fotografia e l'indirizzo dell'attivista, insieme a quelli di altri 100 gay, erano stati pubblicati in prima pagina dalla rivista ugandese Rolling Stone lo scorso ottobre, sotto il titolo 'Impiccateli'.

Stando alla ricostruzione del legale della vittima, John Francis Onyango, il suo assistito, David Kato, è stato ucciso nella sua abitazione, situata a circa 15 chilometri a est di Kampala. Un uomo è entrato nel suo domicilio di Kato, lo ha pestato di botte e poi è fuggito.

Non si conoscono ancora i motivi di questa aggressione. L'organizzazione di difesa dei diritti dell'uomo Human Rights Watch (HRW) ha aggiunto che l'attivista è deceduto durante il suo trasferimento all'ospedale. David Kato era un attivista dell'associazione 'Sexual Minorities Uganda?, noto per le sue prese di posizione in pubblico.

La stessa associazione si era scagliata contro la rivista Rolling Stone, per aver pubblicato i nomi e le foto degli omosessuali pochi giorni dopo la presentazione in Parlamento di una legge contro l'omosessualità, che prevede la pena di morte e l'ergastolo.

L'iter legislativo è stato bloccato dalle proteste mosse a livello internazionale, ma la norma non risulta essere stata stracciata. Dopo la pubblicazione dei nomi e degli indirizzi, almeno quattro persone sono state aggredite e molte altre sono state costrette a nascondersi.

"Associazione Radicale Certi Diritti e l'Ong radicale Non c'è Pace Senza Giustizia" piangono la morte di David Kato. Kato era stato ospite, lo scorso novembre, ai lavori del IV Congresso dell`Associazione Radicale Certi Diritti, dove aveva raccontato delle persecuzioni e dei linciaggi di cui sono vittime le persone lesbiche e gay in Uganda, promosse da organizzazioni del fondamentalismo religioso.

Nell'ottobre scorso, quando la rivista ugandese Rolling Stones aveva pubblicato in prima pagina le foto di 100 attivisti omosessuali ugandesi, tra cui anche quella di Kato, il Parlamento Europeo, grazie alla campagna internazionale di Non c'è Pace Senza Giustizia, aveva approvato una risoluzione di condanna nei confronti dell'Uganda.
27 gennaio 2011

l'U

[SM=x143598]
29/01/2011 00:00
 
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29/01/2011 04:18
 
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sì, non ci sono parlole...
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