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Freud e la bisessualità

Ultimo Aggiornamento: 24/12/2008 01:29
21/12/2008 19:00
 
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Re: Re:
GayAbruzzo, 14/12/2008 21.52:


sisi ricordo anche io perfettamente che per Freud i gay sono invertiti!


[SM=x432735] daccordo che l'ha detto ma si dovrebbe vederne anche il senso però ....
da come lo dici praticamente Freud ha attribuito la parola "invertito" agli omosessuali con accezione spergiativa - negativa
...ebbene signori vediamo cosa dice Freud [SM=x432727]


da Introduzione alla Psicanalisi
Lezione 20 - LA VITA SESSUALE UMANA

Signore e Signori, si dovrebbe credere che non ci siano dubbi su ciò che si deve intendere per "sessuale". Il sessuale è innanzitutto lo sconveniente, ciò di cui non è lecito parlare. Mi è stato raccontato che gli allievi di un celebre psichiatra una volta si presero la briga di convincere il loro maestro che i sintomi degli isterici raffigurano spessissimo cose sessuali. In questo intento lo condussero al letto di un'isterica i cui attacchi imitavano inconfondibilmente il processo del parto. Egli però osservò bruscamente: "Non vedo cosa ci sia di sessuale in un parto". Giusto. Non è detto che in ogni caso un parto sia una cosa sconveniente. Noto che ve la prendete a male perché scherzo su cose così serie. Ma non è del tutto uno scherzo. Parlando seriamente, non è facile indicare in che cosa consista il concetto di "sessuale". "Tutto ciò che è connesso con la differenza tra i due sessi" sarebbe forse l'unica definizione appropriata; ma la troverete scolorita e troppo vasta. Se al centro ponete il fatto dell'atto sessuale, asserirete forse che sessuale è tutto ciò che, nell'intento di trarne piacere, ha a che fare con il corpo, specialmente con le parti genitali dell'altro sesso, e, in ultima analisi, tutto ciò che tende all'unione dei genitali e all'esecuzione dell'atto sessuale. Ma allora non siete certo molto lontani dall'equiparare ciò che è sessuale a ciò che è sconveniente, e in questo caso il parto non rientra in effetti nel sessuale. Se invece fate della funzione riproduttiva il nucleo della sessualità, correte il pericolo di escludere tutta una categoria di fatti che non mirano alla riproduzione e che tuttavia sono sicuramente sessuali, come la masturbazione o lo stesso baciare. Ma noi siamo già preparati alle difficoltà che sono connesse a ogni tentativo di definizione; tanto vale rinunciare a far meglio proprio in questo caso particolare. Possiamo presumere che nell'evoluzione del concetto di "sessuale" si sia verificato qualcosa che, secondo una felice espressione di Herbert Silberer, ha avuto come conseguenza un "errore di sovrapposizione''.

In complesso non siamo comunque privi di orientamento su ciò che gli uomini chiamano sessuale. Nella vita, per tutte le necessità pratiche, basterà intendere con ciò una certa qual combinazione di contrasto tra i sessi, conseguimento di piacere, funzione riproduttiva e sconvenienza da tenere segreta. Ma nella scienza non basta. Noi infatti, attraverso accurate indagini, rese possibili solo da un'autodisciplina animata da spirito di sacrificio, abbiamo individuato gruppi umani la cui "vita sessuale" si discosta in modo assai appariscente dal quadro medio usuale. Alcuni di questi "pervertiti" hanno per così dire cancellato dal loro programma la differenza tra i sessi. Solo il sesso uguale al loro può eccitare i desideri sessuali di costoro; l'altro sesso, e specialmente le sue parti genitali, non è per essi affatto un oggetto sessuale, e in casi estremi è oggetto di ribrezzo. Ciò implica evidentemente che essi hanno rinunciato a prender parte in un modo qualsiasi alla riproduzione. Chiamiamo queste persone omosessuali o invertiti. Sono uomini e donne, spesso anche se non sempre di educazione peraltro ineccepibile, altamente evoluti sotto il profilo intellettuale ed etico, affetti solo da quest'unica fatale deviazione. Per bocca dei loro portavoce scientifici essi si spacciano per una particolare varietà della specie umana, per un "terzo sesso" che ha tutti i diritti di essere posto sullo stesso piano degli altri due. Avremo forse occasione di esaminare criticamente le loro pretese.

Naturalmente essi non sono, come amerebbero anche affermare, una "élite" dell'umanità ma contano fra loro perlomeno tanti individui inferiori e buoni a nulla quanti ve ne sono tra le persone di natura diversa dal punto di vista sessuale. Questi pervertiti, se non altro, si comportano con il loro oggetto sessuale pressappoco come le persone normali con il proprio. Ma esiste poi una lunga serie di individui anormali, la cui attività sessuale si allontana sempre più da ciò che appare desiderabile a una persona ragionevole. Nella loro varietà e stranezza essi sono paragonabili solo ai mostri grotteschi che Pieter Bruegel ha dipinto nella tentazione di sant'Antonio, o agli dèi scomparsi e ai loro fedeli che Flaubert fa sfilare in lunga processione davanti al suo devoto penitente. Questa accozzaglia di persone richiede un qualche ordinamento, se non vogliamo uscire di senno. Li dividiamo in coloro per i quali, come nel caso degli omosessuali, è mutato l'OGGETTO sessuale, e in coloro per i quali è invece cambiata in primo luogo la META sessuale:

Appartengono al primo gruppo coloro che hanno rinunciato all'unione dei due genitali e che nell'atto sessuale sostituiscono il genitale di un membro della coppia con un'altra parte o regione del suo corpo; nel fare ciò sormontano le deficienze della disposizione organica, come pure l'impedimento dello schifo (bocca, ano, al posto della vagina). Seguono altri che si attengono ancora al genitale, ma non per le sue funzioni sessuali, bensì per altre funzioni a cui esso prende parte per ragioni anatomiche e per motivi di vicinanza. Riscontriamo in costoro come le funzioni escrementizie, che nell'educazione del bambino sono state spinte da parte come sconvenienti, rimangono in grado di attirare su di sé il pieno interesse sessuale. Esistono poi altre persone che hanno rinunciato completamente al genitale come oggetto, e che al suo posto hanno elevato a oggetto di desiderio un'altra parte del corpo: il seno femminile, il piede, la treccia.

Seguono ancora coloro per i quali anche una parte del corpo non significa nulla, mentre un indumento, una scarpa, un capo di biancheria appaga tutti i loro desideri: i feticisti. Più oltre nella processione, vengono gli individui che pur pretendendo l'intero oggetto, avanzano su di esso richieste ben determinate, strane o mostruose, persino quella che debba essere un cadavere indifeso, e che tale rendono con criminale violenza per poterne godere. Ma basta con questo genere di orrori!

Alla testa della seconda schiera si trovano i pervertiti che si sono posti, come mete dei loro desideri sessuali, ciò che normalmente è solo un atto introduttivo e preparatorio. Sono quelli che bramano contemplare e palpeggiare l'altra persona o starla a guardare nella sua intimità, o che denudano le parti del proprio corpo che dovrebbero stare nascoste nell'oscura aspettativa di venir ricompensati con una prestazione analoga.

Seguono poi i sadici, enigmatici personaggi la cui tenera aspirazione non conosce altro fine che procurare al proprio oggetto sofferenze e tormenti che possono andare da allusioni umilianti fino a gravi lesioni corporali; e come per compenso i loro opposti, i masochisti, il cui unico piacere è soffrire dall'oggetto amato ogni sorta di umiliazioni e tormenti, tanto in forma simbolica che reale. E altri ancora, nei quali si trovano riunite e si intrecciano parecchie di queste condizioni abnormi; e infine dobbiamo apprendere altresì che per ognuno di questi gruppi esistono due specie di persone: accanto a coloro che ricercano il proprio soddisfacimento sessuale nella realtà, esistono individui che si accontentano semplicemente di immaginare questo soddisfacimento, che non hanno per nulla bisogno di un oggetto reale, ma possono sostituirlo con le loro fantasie.

Non può sussistere qui il minimo dubbio che queste follie, bizzarrie e mostruosità costituiscano effettivamente l'attività sessuale di questi individui. Non solo essi stessi le concepiscono in questo modo e ne avvertono il valore di sostituzione, ma va anche detto che nella loro vita questa sostituzione svolge lo stesso ruolo che il normale soddisfacimento sessuale svolge nella nostra; per essa costoro si sottopongono ai medesimi, spesso smisurati sacrifici, ed è possibile seguire tanto nei sommi capi come nei minuti dettagli dove queste anormalità si accostano a ciò che è normale e dove ne divergono. Inoltre, non può sfuggirvi che si ritrova qui quel carattere di sconvenienza che inerisce all'attività sessuale, ma perlopiù accresciuto fino all'obbrobrio.

Ebbene, Signore e Signori, che posizione assumiamo riguardo a questi modi insoliti di soddisfacimento sessuale? Indignandoci, esprimendo la nostra personale avversione e assicurando che non condividiamo queste brame non concludiamo evidentemente nulla. Non è questo che ci viene chiesto. Si tratta, in definitiva, di un campo di fenomeni come un altro. Anche un diniego evasivo, come dire che dopo tutto sono solo rarità e curiosità, sarebbe facilmente confutabile. Si tratta, al contrario, di fenomeni molto frequenti, largamente diffusi. Se poi qualcuno ci venisse a dire che non è il caso di lasciarci confondere le idee sulla vita sessuale da questi fenomeni, perché in definitiva essi rappresentano soltanto aberrazioni e deviazioni della pulsione sessuale stessa, ebbene costui si meriterebbe che gli rispondessimo molto seriamente. Se non comprendiamo queste forme morbose della sessualità e non siamo in grado di metterle in relazione con la normale vita sessuale, non comprendiamo nemmeno la sessualità normale. In breve, non possiamo sottrarci al compito di dare una completa giustificazione teorica della possibilità delle suddette perversioni e della loro connessione con la sessualità cosiddetta normale.


[...][...]

[ conclusione della "lezione"]

Avrete certamente sentito dire, Signori, che il concetto di ciò che è sessuale subisce in psicoanalisi un ampliamento indecente, e ciò nell'intento di accreditare le tesi dell'etiologia sessuale delle nevrosi e del significato sessuale dei sintomi. Potete ora giudicare voi stessi se questo ampliamento è ingiustificato.
Abbiamo esteso il concetto di sessualità solo fino al punto da potervi inserire la vita sessuale dei pervertiti e dei bambini.
Gli abbiamo, in altri termini, restituito la sua giusta estensione
. Ciò che al di fuori della psicoanalisi viene chiamato sessualità si riferisce soltanto a una vita sessuale limitata, che è posta al servizio della riproduzione ed è descritta come normale.



[Modificato da iakopo 21/12/2008 19:06]
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