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Intervista a Massimo Caputi

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2005 17:12
30/11/2005 17:12
 
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Massimo Caputi in esclusiva a Calciodoc: «A Quelli che... non ho usurpato il posto di nessuno»

Dai temi di campionato al caso-Varriale, dalle accuse di pubblicità occulta lanciate da «Striscia» alla nostalgia per il lavoro di telecronista: parla a tutto campo il giornalista Massimo Caputi (che, dopo essere stato inviato ne «L’isola dei famosi», è tornato ad affiancare Simona Ventura a «Quelli che il calcio») in un’intervista esclusiva rilasciata a Calciodoc.

Il ct della Nazionale, Lippi, ha affermato che, nonostante l’ottimo momento della Fiorentina, l’unica antagonista della Juventus è il Milan. Condivide? Quali sono i punti deboli e i punti di forza delle due squadre che guidano la classifica?
Penso che lo scudetto sia un affare tra Juventus e Milan; forse l’Inter, con una clamorosa rimonta, ha le possibilità tecniche per inserirsi ma è molto difficile. Al momento la vere differenze tra Juve e Milan sono nella solidità della difesa e nella straordinaria capacità di gestire le partite dei bianconeri.

Lei conosce bene l’allenatore Mancini. Come giudica il suo operato all’Inter? E come mai i nerazzurri non riescono mai a collezionare una striscia di risultati utili tale da essere in cima alla classifica?
Credo che Mancini stia facendo un buon lavoro. Le difficoltà all’Inter sono molteplici. Prima di tutto, quando è tanto che non si vince, si hanno molte aspettative e, alla minima difficoltà, ci si abbatte con facilità. Poi si continua a comprare tanto e male, non risolvendo i veri problemi (ad esempio le corsie esterne). Inoltre la società non ha un atteggiamento compatto e deciso sui giocatori che troppo spesso fanno come vogliono e non rispettano il gruppo.

Quali squadre rischiano maggiormente di retrocedere in B?
In questa stagione il campionato è diviso in tre fasce: quindi vedo una serie di 5 o 6 squadre, dal Parma in giù candidate alla retrocessione.

Quale squadra è la sorpresa in positivo del torneo e quale invece ha deluso?
Fiorentina a parte, le rivelazioni sono Livorno e Chievo; ha deluso il Cagliari, che ha cambiato quattro allenatori.

Ronaldinho ha vinto il Pallone d’Oro. È d’accordo o preferiva un altro vincitore?È giusto che Ronaldinho abbia vinto: ha classe e il suo calcio è gioia.

Dopo il caso-Zoro, secondo Lei in che modo si può combattere il razzismo negli stadi? E la decisione della Figc di far ritardare di 5’ l’inizio delle gare è utile o controproducente?
Credo che si debba avere il coraggio di interrompere e far ripetere le partite; i 5 minuti di ritardo non servono a molto, visto che se ne è già parlato molto in questi giorni. Non servono messaggi ma fatti.

«Quelli che il calcio...» continua a collezionare ottimi ascolti, nonostante la perdita dei diritti tv in chiaro. Quali sono le ragioni del successo secondo Lei?
Gli ottimi ascolti del programma derivano dalla forza delle idee e dalla bravura e dall’affiatamento del gruppo artistico, autorale e produttivo che va avanti da 5 anni.

Si era parlato, dopo l’abbandono di Enrico Varriale, di una sua coabitazione con Mario Mattioli nell’ultima puntata di «Quelli che...». Ma alla fine il gruppo autorale ha prevalso sulle volontà di RaiSport. La Ventura ha ribadito che la Rete Le aveva chiesto di partecipare a «L’isola dei famosi», ma con la prospettiva che, una volta tornato, Lei avrebbe ripreso il suo posto in trasmissione. Vuole chiarire il suo punto di vista nell’intera vicenda, conclusasi anche con la sospensione dell’incarico di Moncalvo come dirigente responsabile del programma?
Sulla vicenda ho poco da dire. Varriale è un ottimo giornalista che conosco da anni, con lui non ho alcun problema. A «Quelli che il Calcio...» ci sono da quattro anni e come da contratto firmato a luglio sono tornato al mio posto dopo la parentesi de «L’isola dei famosi». Quindi non ho preso e usurpato il posto ad alcuno.

Negli ultimi giorni Lei ha ricevuto un Tapiro d’Oro per le presunte pubblicità occulte durante «L’isola dei famosi». Cosa vuole replicare alle accuse lanciate dal programma di Antonio Ricci?
Anche sul Tapiro non ho molto da aggiungere se non che sono sereno e tranquillo della mia posizione.

Un suo giudizio su «Serie A» nella versione-Bonolis e con la conduzione di Mentana.
L’idea di Bonolis per la conduzione di «Serie A» era suggestiva ma aveva delle insidie che si sono subito evidenziate. Non è detto che un bravo conduttore come Paolo sia in grado di far decollare qualsiasi programma. Il calcio in Italia è sacro e una certa liturgia va rispettata. A Mentana auguro di avere successo: certamente il suo taglio è più giornalistico.

A cosa è dovuto il crescente disinteresse per il calcio in tv (le partite di Champions non ottengono più grossi ascolti e le gare della Nazionale vengono superate anche da «L’isola»)?Di calcio in tv se ne vede troppo e, come tutte le cose, quando le hai in abbondanza stufano. Si è perso il gusto dell’appuntamento. Prima, ad esempio, vedere un match di coppa era un avvenimento. Ora è routine, e non c’è il pathos dell’eliminazione diretta se non agli ottavi.

Le mancano le telecronache? Ha ricevuto proposte dalla Rai o da altre reti di tornare a fare il telecronista?
Non fare le telecronache mi manca tantissimo, anche perché è la cosa che mi piace fare di più. Non essendo un dipendente, da esterno, in Rai non posso fare le telecronache, ma se qualcuno me lo proponesse sarei molto felice.

Caciodoc

[Modificato da zon@ venerdi 30/11/2005 17.14]

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