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Degrado nella gay street milanese: colpa del sindaco

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2005 05:23
19/06/2005 05:22
 
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Leggo con disappunto l’articolo di S.M. apparso il 17 giugno nella cronaca milanese del “Giorno” nel quale la situazione di degrado della via Sammartini viene descritta senza aver considerato alcuni fondamentali riferimenti.

All’altezza del numero 23 della via da oltre una decina d’anni si è insediato un sempre più numeroso e attivo gruppo di attività commerciali, di intrattenimento, di ristorazione e aggregazione rivolte principalmente al pubblico omosessuale. Queste attività sono un punto di riferimento per la comunità gay milanese e attirano centinaia di persone da tutto il territorio lombardo e anche dal resto del Paese creando di fatto un piccolo polo turistico soprannominato affettuosamente “Gay street”, a ricordare ben più imponenti “quartieri gay” esistenti in tutte le grandi capitali europee.

A Milano vive la più grande comunità gay, lesbica e transgender del Paese, centinaia di migliaia di cittadini che lavorano, studiano e fanno parte integrante del tessuto sociale della Città. Da anni i commercianti della strada hanno chiesto al Comune di Milano, e direttamente al Sindaco Albertini, di effettuare un intervento di arredo urbano che renda quell’area ancor più accogliente e fruibile, tenuto anche conto che il “traffico commerciale” che si è generato in quella zona inevitabilmente allontana, probabilmente solo delocalizzandolo, quel degrado che appare evidente a tutti in alcune aree adiacenti la Stazione Centrale. Dal Comune non è giunta alcuna risposta positiva, indice, nella migliore delle ipotesi, di una grave negligenza nell’ascolto delle esigenze dei cittadini e nella pianificazione urbanistica, che in questo caso ben potrebbe collegarsi con un’ auspicabile pianificazione turistica e di servizi alla cittadinanza.

Ci pare almeno bizzarro che al Comune sfugga l’importanza di rivalutare un’area che già spontaneamente attira un flusso di tipo turistico, in una zona che, a detta della stessa amministrazione, tende al degrado. Viene quindi spontaneo articolare una considerazione. Questa amministrazione si è distinta da troppi anni nel frustrante tentativo di chiudere la città di notte, imponendo orari e divieti davvero imbarazzanti e oltretutto impraticabili per una metropoli europea come Milano in cui “la nuova classe creativa” di Florida si ritrova dopo dodici ore di lavoro e studio nei pub o nelle discoteche per rilassarsi e socializzare, tessere rapporti umani e business, senza soluzione di continuità tra il giorno e la notte. Una parte importante di questa “classe” che anima la nostra Città fa parte della comunità omosessuale, ne è spesso il fulcro e l’anima e per questo appare fin troppo evidente che questa incuria nei confronti della via Sammartini non è casuale ma bensì perfettamente coerente col masochista tentativo di sterilizzare Milano, di renderla una città grigia e asettica in cui il pericolo di una reazione emotiva sia sempre più un ricordo. Questo tentativo è fallimentare e ha paradossalmente generato l’opposto risultato di spingere i milanesi a organizzare nuovi livelli di interazione sociale, per esempio la rete o i nuovi circuiti culturali.

Una classe politica seria e competente saprà ridurre il degrado delle periferie dando loro nuova vita, servizi, luoghi aggregativi e spazi culturali, quel rinascimento che Milano attende da troppo tempo.

Marco Volante

Portavoce milanese GAYLEFT Consulta glbt dei Democratici di Sinistra

Tel. 339 471 0221
19/06/2005 05:23
 
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L’articolo de quo

Via Gluck: i drogati dietro le auto

E poi risse, sexy shop e locali gay

... nel tratto più centrale della via, sono comparsi da ormai lungo tempo due locali gay. Ritrovi notturni dove scegliersi un partner sicuri che non sia eterosessuale...

La strada resa famosa da Celentano invasa dall’incuria

da IL GIORNO 17 giugno 2005

MILANO – Di via Gluck ha cantato una volta il Molleggiato e poi silenzio per sempre. Del resto, un ottimo spaccato della zona, sembra una semplice e anonima infilata di case rotta da due botteghe e quattro, ma almeno buoni, ristoranti. Poi scopri che il problema è sempre quello dell’acqua cheta, quella che appena ti volti un’onda ti spaventa sul serio.

Se fino a non molto tempo fa era il vicino mercato del pesce a portare il grosso dei problemi – odori, sporcizia, traffici illeciti – oggi è un po’ tutta via Sammartini ad agitare la zona. Come un cancro in metastasi, gli eroinomani dalla Stazione Centrale si sparpagliano di notte cercando dietro le auto parcheggiate in Sammartini il nascondiglio giusto per la dose. E quelli che trovano sembrano funzionare molto bene dato che le tante siringhe al mattino sono lì vuote, non di rado vicino a un materasso o a una stuoia, a testimoniare che qualcuno la pera se l’è fatta e goduta tutta.

E poi di fronte a questo cimitero di punte, quello che non dovrebbe essere un problema lo è inesorabilmente diventato. Di fianco a due Sexy Shop regolarmente oscurati da spesse vetrine – celano una classica dotazione di cassette, biancheria, oggetti e videocabine - nel tratto più centrale della via, sono comparsi da ormai lungo tempo due locali gay. Ritrovi notturni dove scegliersi un partner sicuri che non sia eterosessuale. I ricorsi in tribunale si sprecano.

Le pattuglie non fanno quasi mai in tempo a tornare in caserma, perché allontanandosi dal centro per 400 metri ecco due discoteche spesso teatro di risse. S.M.

http://www.gaynews.it/view.php?ID=32767
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