Qual è il tuo handicap Simone?
Si chiama amiotrofia spinale.
Sarebbe?
I neuroni presenti nel midollo si riproducono poco, quindi pochi impulsi arrivano al sistema nervoso periferico, limitando così i movimenti. La mia malattia non colpisce gli organi vitali, né il sistema nervoso centrale.
Come hai vissuto la tua crescita adolescenziale?
C’è stata l’unione di due problematiche distinte: quella legata al mio handicap e l’altra legata alla sfera sessuale. Io ho sensibilità dappertutto, avverto il caldo, il freddo, i dolori, gli stimoli. Ho iniziato a masturbarmi come tutti gli altri con l’aggiunta della disabilità che non mi permetteva di poter vivere pienamente i miei sentimenti.
Tu sei omosessuale, quando l’hai scoperto?
Non subito.
Ti piacevano le donne?
No, fisicamente no. Diciamo che l’attrazione per i ragazzi c’è sempre stata, ma non la consapevolezza che l’omosessualità potesse riguardami di persona. Quella è venuta dopo.
E’ una condizione che accomuna molti gay, disabili e non.
Infatti.
Spesso per i gay disabili si parla di doppia diversità, tu ti sei mai sentito doppiamente diverso?
Diciamo che la diversità è una costante umana. Ogni individuo è diverso dall’altro, indipendentemente dal fatto che stia o no su una carrozzella. Io cerco sempre di vedermi diverso, ma in senso positivo, dalle persone che mi circondano.
Hai vissuto la tua omosessualità come un problema ulteriore per te?
Solo per quanto riguarda la mia parte sociale.
Cioè?
Non riuscirei mai a renderla pubblica, proverei un forte imbarazzo nei confronti della mia famiglia.
Come vivi la tua vita quotidiana?
Alterno alti e bassi. Mi sforzo continuamente di vivere una vita normale, ma poi spesso sono costretto a scontrarmi con una realtà più dura di quella che immagino. Dovrei abituarmi ad accettare il fatto che certe cose non faranno parte della mia vita e non potrò mai averle. Ci sono momenti in cui la mia condizione sembra non esistere, e lì sono forte. Poi quando vedo che le aspettative non sono come vorrei, carrozzella mia fatti coraggio…
Sei un ragazzo molto forte.
Penso di essere sempre pronto a tutto, ma le delusione mi abbattono.
Delusione amorose intendi?
Anche… devo fare i conti con la mia realtà. Mi è capitato di innamorarmi e di non essere ricambiato. Non ho mai avuto una storia, anche se sento il bisogno di avere qualcuno accanto.
La mia è una realtà dura da accettare.
Ti hanno mai detto no per la tua condizione di disabile?
No, mai in modo diretto.
Ma?
Ma credo che una carrozzella spaventi molte persone. Un ragazzo disabile è limitato nei movimenti, non rispecchia certamente il modello di bellezza che oggi va per la maggiore tra i gay e non solo. In più spesso si crede ingiustamente che un ragazzo in carrozzella non abbia una vita sessuale regolare e non c’è niente di più sbagliato.
Cosa cerchi in un rapporto?
Cerco la pazienza e la sopportazione, doti indispensabili per stare con me, visto che conduco una vita iperattiva: organizzo eventi, spettacoli, mi piace essere sempre in movimento. Inoltre cerco anche l’intraprendenza, un elemento necessario per non far spegnere il rapporto.
Come vedi il tuo futuro in amore?
Da un lato la speranza mi porta a pensare che prima o poi ci sarà qualcuno anche per me, dall'altro invece la realtà mi dice che questo per me è un capitolo chiuso. Purtroppo c’è ancora molto disinteresse per i diversamente abili.
Ci sono molti disabili che hanno un ragazzo…
Sì lo so e questo mi fa ancora sperare, non vorrei essere proprio io la pecora nera.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Vorrei dire che i disabili, o diversamente abili, dovrebbero capire che la carrozzella diventa un impedimento di fronte a una gradinata, ma davanti all’amore bisogna abbandonare questi complessi d’inferiorità. Disperarsi troppo ci fa solo perdere del tempo prezioso per vivere pienamente la nostra vita. E soprattutto: con o senza carrozzella, la vita va vissuta in tutte le sue pieghe.
Grazie Simone.