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Giuni Russo

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2006 07:39
14/09/2004 17:44
 
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Aveva appena compiuto, lo scorso 10 settembre, 53 anni, ed era malata da tempo di tumore. Nel corso della sua carriera, aveva legato la sua fama - oltre che alla sua voce, bella e molto particolare - anche a collaborazioni prestigiose come quella con Franco Battiato, che l'aveva lanciata facendole interpretare l'hit Un estate al mare.
Negli ultimi anni, la malattia. Con la scelta coraggiosa di esibirsi sul palco di Sanremo, lo scorso anno, con il brano Morirò d'amore. Una presena che oggi Pippo Baudo, dopo aver appreso della sua morte, ha ricordato così: "Le ho voluto molto bene - ha detto il conduttore - da quando partecipò a Castrocaro, e poi la portai a Sanremo quando lei era già malata. Per lei è stato molto importante esserci, e contemporaneamente si sottoponeva alla chemioterapia. Era una donna forte, una grande cantante. Con lei se ne va un pezzo di cuore".



15/09/2004 08:27
 
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15/09/2004 10:33
 
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anche a me!
era una grandissima artista!

ciao GIUNI!




OXM
ORSETTO
15/09/2004 11:04
 
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La sua canzone più bella, secondo me, Vipera sarò!

Era una grandissima icona gay... ciao Giuni



15/09/2004 11:50
 
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MI DISPIACE ANCHE A ME,NON NE ERO APPASSIONATO PERò ERA PARTICOLARE :(








03/07/2006 08:15
 
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In arrivo un album di duetti con Giuni Russo , c'è anche Lene Lovich

E' in lavorazione in questi giorni, a Milano, un album di tributo a Giuni Russo la cui supervisione è stata affidata a Franco Battiato. Due sono gli ospiti internazionali, Lene Lovich e Toni Childs. Il disco è stato intitolato "Giuseppa Romeo" (nome anagrafico della cantante siciliana scomparsa nel settembre del 2004) e sarà pubblicato attorno alla metà del prossimo settembre in forma di CD più DVD; quest'ultimo contiene la registrazione di un concerto tenuto da Giuni Russo il 4 aprile 2001 all'Auditorium di largo Mahler del capoluogo lombardo. La produzione del lavoro è a cura di Maria Antonietta Sisini, da sempre compagna e collaboratrice della cantante. "Giuni era popolare per certi versi e poco popolare per altri", dice a Rockol la produttrice. "Ci siamo chiesti: ma a lei cosa sarebbe piaciuto fare? Beh, le sarebbe piaciuto cantare con colleghe e colleghi. Quindi abbiamo scelto alcune canzoni del repertorio di Giuni ed abbiamo aggiunto alla sua voce contributi vocali o musicali di altri artisti. Ho scritto a Lene Lovich per invitarla a partecipare al progetto, e mi ha risposto immediatamente: mi ha confessato che negli anni Ottanta, una volta che era in Italia, era rimasta estasiata da un passaggio televisivo di Giuni. Anche Toni Childs mi ha risposto subito. Sugli altri partecipanti al disco mi piacerebbe per ora mantenere una certa discrezione, ma ci saranno grandi nomi e qualche sorpresa".

Dallo studio esce Lene Lovich (30 marzo '49, Detroit), la cantante che al grande pubblico è nota specialmente per i brani "Lucky number", "Say when", "Bird song", "New toy" e per il suo remake di "I think we're alone now". L'ultimo album che Lene ha pubblicato è "Shadows and dust", uscito il 12 settembre 2005 dopo un lungo mutismo discografico. Vestita come una signora della buona borghesia gotica, con un cappello eccentrico ed abiti da strega gentile, la cantante (tre album sulla semileggendaria etichetta Stiff Records) risponde a qualche domanda di Rockol.
"Cosa ci puoi dire di questo progetto?"
Lovich: "Mi è piaciuta l'idea. Amo la voce di Giuni. Mi ricordo d'essere rimasta molto colpita da una volta che la vidi in TV, negli anni Ottanta. Sinceramente non mi ricordavo come si chiamasse, ma quando Maria Antonietta me ne ha parlato mi è tornato in mente subito. Ho risposto 'sì' immediatamente, subito".
"E' vero che ad inizio anni Settanta intraprendesti un viaggio in Spagna solo per cercare di conoscere Salvador Dalì?".
"Sì. Andavo ad una scuola d'arte in Inghilterra, ed era una cosa molto brutta. Era un piccolo mondo ristretto. Tutti gli insegnanti odiavano il surrealismo. Andai in Spagna perché mi sembrava che ci fosse un'affinità con le mie cose. Arrivai dove abitava lui e rimasi ad aspettare davanti a casa sua per tutta la notte. Lui uscì di mattina presto, fu un bell'incontro, molto eccitante".
"Sempre ad inizio anni Settanta venisti in Italia con un gruppo chiamato West Indian Soul Band. Che ricordi hai?"
"Dei ricordi buffi. La musica che facevano non era molto interessante, per me. Io ballavo e basta. Mi ricordo che ci esibimmo in posti molto piccoli, in piccoli paesi. No, niente grandi città. I nomi dei posti non me li ricordo. Boh, cittadine in montagna, al mare. Ballavo con un'altra ragazza. Soldi pochi o niente. Molto gelato, però".
"E' stato detto che in qualche modo sei stata fonte d'influenza su Kate Bush. Cosa ne pensi?"
"Penso che lei sia una persona per conto suo. No, non credo che sia così. Ne sono lusingata, ma non è vero. I suoi dischi mi piacciono, sono molto personali. Lei è in un mondo suo".
"Un giornalista ha scritto che hai influenzato anche Siouxsie Sioux".
"Ma no, siamo molto diverse. Comunque mi piace la sua musica. Ha una voce molto ipnotica".
"E' vero che abiti a Norfolk?"
"Sì. E' meno cara di Londra. Ma non proprio a Norfolk, nei pressi, in campagna".
"Ad inizio anni Ottanta venisti in Italia per un'edizione del festival di Sanremo. Hai dei buoni ricordi?"
"Fu molto divertente, uno spasso. Mi piace molto l'Italia, in Italia mi sento veramente a mio agio, qui mi accettano per come sono. A Sanremo era un casino, gente che andava, gente che veniva, però divertente. Però non mi sembra che parlai con molta gente, credo solo che mi feci una chiacchierata con Plastic Bertrand".
"In passato hai fatto delle cose con Nina Hagen. Ultimamente l'hai sentita?"
"Sì, abbiamo fatto un disco per scopi benefici, io ho scritto il testo. No, è da un po' che non la sento. Non ci sentiamo spesso, ma siamo molto vicine".
"Tra 'Shadows and dust' e l'album precedente sono trascorsi una quindicina d'anni. Dovremo aspettare altri quindici anni prima di un tuo nuovo CD?"
"No, non credo. Ho fatto passare così tanto tempo perché ho due figli, ho voluto godermeli mentre crescevano. Adesso che sono più grandi penso di poter dedicare più tempo alla musica".
03/07/2006 16:40
 
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Re:
cavoli la giuni
una delle poche voci davvero da cantante.
apposta mi vien la pelle d'oca quando vedo oche essere chiamate cantanti

[SM=x432731]



Ogni volta che giudichi una persona dalla sua apparenza perdi un potenziale migliore amico, un potenziale colpo di fortuna, una potenziale anima che ti salvi in extremis quando meno te lo aspetti....


http://www.iap-arts.com
28/07/2006 15:13
 
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Grandissima Giuni. [SM=x432788] L'ho scoperta solo recentemente, ma era una cantante degna di essere chiamata tale! [SM=x432766]

La mia canzone preferita è il duetto con Donatella Rettore, "Adrenalina"! [SM=x432718]
08/08/2006 06:11
 
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Anche Vladimir Luxuria nell'album tributo a Giuni Russo


C’è anche Vladimir Luxuria tra gli artisti che hanno partecipato alla realizzazione di “UNUSUAL”, l’album tributo a Giuni Russo in uscita il 29 settembre(Radiofandango/distribuzione edel).

Luxuria si affianca alla voce di Giuni Russo nel brano “Illusione” , scritto nel 1986.
“Vladimir Luxuria, saputo di questo progetto e incuriosita dalla mia produzione, mi contattò tramite un comune amico” – racconta Maria Antonietta Sisini – “Mi divertii moltissimo all'idea, la chiamai al telefono e le suggerii il titolo "Illusione", brano ironico di Giuni del 1986. Ricordo che quando pronunciai il titolo "Illusione" Vladimir fece un urlo di gioia dall'altro capo del telefono...a conferma che eravamo in sintonia”.

“UNUSUAL”, cd + dvd, è stato curato e prodotto da Maria Antonietta Sisini e racchiude brani originali del repertorio di Giuni Russo remixati e riarrangiati con la partecipazione di molti artisti italiani e internazionali che hanno aggiunto alla sua voce contributi vocali e musicali.

Tra gli altri artisti che arricchiscono il disco anche Franco Battiato, Caparezza, Lene Lovich e Megahertz (che ha remixato “Un’estate al mare”, dal 28 luglio trasmessa in radio).
13/10/2006 14:12
 
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Giuni Russo, quante magie con Battiato e Toni Childs
Incalzando gli anni, anche nel recensore di canzonette cresce l'insofferenza verso l'effimero, e dunque il bisogno di valori alti e sodi. Ci si rifugia così nei grandi maestri e nei veri ispirati: ben venga allora questa Giuni Russo postuma e tuttavia attualissima, che torna a stregarci con la sua vocalità pirotecnica, le invenzioni folgoranti, la passione, l'ironia, la levità che non è mai futilità. L'album - accluso a un prezioso dvd dal vivo - ospita brani di varia epoca e un frizzante inedito, American man, tutti scritti con Maria Antonietta Sisini e quasi tutti cantati in duetto con altri artisti: dal maestro Battiato a Toni Childs, dal lepido Caparezza a Lene Lovich, eppoi un impagabile Vladimir Luxuria, un coro di Carmelitane Scalze e i Megaherz che ricreano con Giuni Un'estate al mare. Tutti impegnati a fianco di Giuni in un tragitto d'emozioni quasi insostenibile, e tutti tanto diversi tra loro da far emergere ancor più la versatilità d'una voce - e di un'autrice - davvero unica: nella sensualità, nello humour, nel misticismo assorto, nel sorriso svagato.

Giuni Russo Unusual (Radio Fandango)
13/10/2006 14:41
 
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grande voce quella di Giuni Russo, la canzone che in assoluto preferisco è "Una vipera sarò" [SM=x432718] [SM=x432718] [SM=x432718] [SM=x432718] [SM=x432718] [SM=x432718] [SM=x432718]
14/10/2006 00:47
 
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giuni russo...mia concittadina e splendida cantante!!! magari un pò incompresa da molti, ma assulutamente una splendida voce. a sanremo doveva vincere lei con morirò d'amore, ma purtroppo nn è stato così! rimarrà tra d noi!



veroveral@virgilio.it
14/10/2006 00:49
 
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Esiste una dignita della morte, come quella del dolore. Allevia, a noi che restiamo, quel vuoto che si faceva carne e sorriso, spingendo all’affetto e alla stima.
Lei se ne è andata, con i suoi umori, gli spessi malumori e quella voce che riempiva il cuore.
“A testa ci voli pi cantari, no a vuci”, mi disse l’ultima volta che l’avevo intervistata per il portale “Gay.it”. Ora Giuni Russo, continua ad esserci attraverso i suoi lavori discografici, a noi lascia il rimpianto di non assistere a nuove sfide con nuovi e geniali incontri con la musica.
La sicilianità di Giuni.
Nascere a Palermo è un dono, un po’ come tutte le città di mare e i luoghi dove il sole fatica ad andarsene. Giuni l’aveva nel volto e in quei grandi occhi la sicilianità. La sua Palermo, quella di sempre, combattuta tra costrizione mafiosa e enigma storico bellissimo. La desolazione del quartiere Kalsa fa a pugni con la straordinaria bellezza della Martorana, La Magione, lo stridio di voci che si levano giornalmente dal mercato della Vucciria. Ma questa è Palermo e Giuni se l’è tenuta sempre tra gli affetti più intimi.
“Penso spesso ai tempi in cui andavo in bicicletta a studiare canto, attraversando una città dai profumi speziati e dolci; i suoi giardini e le tante architetture arabeggianti. Volevo studiare pianoforte che oggi suono da autodidatta, come la chitarra e la tromba, grazie ad un regalo ricevuto da Louis Armstrong. Ma il canto è la mia vita, vivo per cantare”, mi disse una volta.
La musica era di casa nella famiglia Romeo (vero cognome di Giuni), la musica classica per eccellenza. E Giuni cominciò proprio a Palermo a raffinare quel grande talento naturale che Dio le aveva concesso.
Se le veniva concesso (ma lo faceva lo stesso), intercalava ad un italiano forbito e colmo di sicilianità, frasi in dialetto scritte su un sorriso illuminato dal suo amore per la città natìa.
La vita di Giuni: la musica!
Fu Pippo Baudo, uno degli storici presentatori televisivi a portare sul palco Giuni Russo e farla conoscere al pubblico canoro. La cantante vinse il concorso di voci nuove di Castrocaro e da lì raggiunse Sanremo dove presentò: “No amore”. Nel 1976 in duetto con Maria Antonietta Sisini, sua musa ispiratrice rimastale accanto fino alla fine, incise con una casa discografica tedesca “Love is a woman”, un brano tra nuove sperimentazioni e piacevoli sonorità jazzistiche.
Poi il successo con “Un’estate al mare” e il magico incontro, grazie ad Alberto Radius, con Franco Battiato, due sicilianità d’autore.
Scrivono e pubblicano “Energie”, nel 1983 pubblica “Vox” e nel 1987 “Album”, un lavoro discografico di facile ascolto dove la potente voce di Giuni fa venire brividi piacevoli. Canzonette? Niente è più sbagliato nel pensare Giuni in questi termini. Lei, con le case discografiche è in perenne lite e dissapori; cerca spazi e generi musicali che si confrontino con la sua geniale ugola e comincia a incontrare Donizetti, Verdi e Bellini nell’album “A casa di Ida Rubinstein”. Incontra la world-music pubblicando “Amala”.
I rapporti con le major discografiche non sono buoni. Lo spiega lei stessa: “Ho trovato dieci milioni di ostacoli. Qualcuno mi consigliava il silenzio ma ho subìto un vero attentato alla carriera. Quando non mi avete vista non era certamente perché non avevo pezzi da cantare, ma mi ponevano ostacoli da tutte le parti. Ho proposto e lavorato sulla ‘musica di confine’ con arie da camera, citazioni che spaziavano dal jazz al blues; un lavoro di cesello che lasciò perplessa la mia casa d’incisione”.
Lo scorso anno, già malata e in cura, corre a Sanremo con “Morirò d’amore” (anche se voleva cantare “Amore intenso”, altro titolo dell’album “Morirò d’amore”). Riceve il plauso del pubblico, un premio della critica e una buona vendita dell’album.
La spiritualità di Giuni e le Carmelitane.
Ad un certo tratto della sua vita, smesso di fare canzonette, Giuni intraprende un percorso spirituale: la donna si faceva delle domande. S’imbatte nei libri di Teresa D’Avila che le rapisce il cuore. E confessa: “Teresa D’Avila dice delle cose che solamente chi la legge può comprendere o anche Giovanni della Croce che cito nell’album. Resto una cantante e non uso la mia spiritualità a fini di business”.
Giuni e i gay.
Giuni Russo è stata amata dai gay, divenenedone un’icona. Lei era entusiasta di questo reciproco affetto; diceva che solo l’ignoranza allontanava la gente dagli omosessuali. Credeva nelle battaglie civili, lei che ne aveva portate a termine davvero tante non solamente con gli altri, ma anche con se stessa.
Il saluto estremo è stato dato a Giuni da una folla di amici e fans, al monastero delle Carmelitane Scalze a Milano. Due corone di candidi fiori portavano il saluto di Caterina Caselli e Donatella Rettore; la bara coperta da rose di un intenso color rosso. Riposerà, ospitata dalle sue sorelle Carmerlitane, nel cimitero maggiore di Milano.
Ciao Giuni.



veroveral@virgilio.it
14/10/2006 07:39
 
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grandissima.

anche a me piace moltissimo una vipera sarò



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